Il titolo potrebbe risultare ingannatore, in questa galleria di immagini non vi aspetta nessuna intrigante foto di un Mickey Rourke nella sua migliore forma fisica, tanto meno avrete modo di ammirare una conturbante Carrè Otis. Ciò nonostante si consiglia la visione ad un pubblico adulto: la natura spesso è più morbosa di quello che crediamo.
Ma partiamo dall’inizio.
Un lungo fine settimana di relax… forzato.
Stavo aspettando con moltissima ansia il ponte del primo maggio. Tornare a casa, il sole, il mare, l’acqua gelida (ma serve a tenerti giovane), tanto cibo e chiacchiere con gli amici che non vedi da tempo. Quest’anno a causa di impegni vari, avevo trascurato anche di organizzare il photowalk ma, per fortuna, ci avevano pensato gli amici di Monte Sant’Angelo Francigena una neonata associazione della rete delle vie francigene di Puglia.
Quindi sveglia venerdì 1° maggio alle 7.00, zaino in spalla, macchina fotografica e obiettivo 50 mm / macro. Mi affaccio al balcone: sembra una bellissima giornata soleggiata e decido di uscire con una magliettina di cotone, trascurando in questo modo il più grande insegnamento che Socrate ha voluto lasciare ai giovani:
e ignorando impunemente (mica tanto) anche i consigli di sua moglie:
A caccia di orchidee selvatiche
Non vi descrivo tutta la questione delle orchidee endemiche del Gargano, infarcendo di enorme campanilismo dati e storie (trovate qualcosa qui), né vi dico quanto sia pruriginosa la natura stando qui a raccontarvi l’etimologia del nome orchidea.
Partiamo subito: un gruppo di giovani e diversamente giovani più o meno attrezzati contro le asperità del terreno e le intemperie. Tutti con un piumino, tranne il sottoscritto e una signora ormai in pensione, e si sa che chi arriva alla pensione non deve temere più nulla.
Una Piccola galleria fotografica
Alcune piccole informazioni e scuse preventive.
Dove non ero sicuro ho preferito omettere il nome dell’orchidea… questo non significa che quelli segnati siano corretti, chiunque si senta esperto può correggermi, modificherò il nome all’istante e andrò in ginocchio al giardino botanico più vicino per espiare le mie colpe.
Alcune foto sono un memento mori. Quando qualcuno ti suggerisce di non lamentarti perché ci sono lavori peggiori del tuo ringrazialo e digli che speri di non reincarnarti in uno stercolario.
Tentare di mettere a fuoco un soggetto con il macro mentre c’è il vento a 70 km/h è un esercizio di pazienza che potrebbe garantirti il paradiso.
Mi scuso per la volgarità della foto dell’omino nudo ma non mi ero accorto che era un lupanare di insetti stimolati dalla figura erotica del fiore e intenti ad attività puramente primaverili.
Ps.: Le citazioni del buon Socrate e consorte non sono attribuibili a loro in modo scientifico, ma per non averle rispettate mi sono passato il resto del fine settimana con 39 °C di febbre costante fino ad oggi.